LOL – chi ride è fuori, per me è sì
Alla ricerca di spunti e idee per il Calendario 2022, san Amazon Prime (che poi è tutto fuorché santo), propina nei suoi canali LOL – chi ride è fuori, un non so come definirlo che cambia le regole della comicità, che con un calcio volante stende i vari vecchi format e, data la presenza di Mrs Maionchi, per me è sì.
Sono un critico estremamente cagacazzo, uno di quelli che la metà dei comici non li sopporta, che detesta i cliché delle battute trite e ritrite, scontate e prevedibili. Qualche pillola di genialità l’ho ritrovata, di recente, solo da nuovi artisti emergenti all’interno di contenitori come Italia’s Got Talent. Sono fermamente convinto che la vera battuta che funzioni non deve far ridere al primo colpo, perché si perderebbe nell’immediatezza di una fragorosa risata seguita da un’altra fragorosa risata seguita dal ricordo sbiadito di tante risate ma poca sostanza. La vera battuta è intrisa di cinismo, sarcasmo e irriverenza, è quella della vecchia scuola dei migliori, di quelli che non si sono persi dopo qualche anno di Zelig. Deve lasciare il tempo di realizzare quanto è geniale e di dispiacersi per non averci pensato al posto di chi l’ha detta. E ritengo che in LOL questo ci sia. Lo ritrovo nella pacatezza di Lillo e di Elio, nelle smorfie di Caterina Guzzanti e nelle freddure di Pintus, nella schifata superiorità di Katia Follesa. Questa è la comicità che piace a me, è quel che cerco nel mio calendario: far sorridere smontando le situazioni, ricordando che le cose non vanno poi così bene, che gli altri sono migliori e via dicendo, sempre lungo quella strada.
Sono cinque personaggi che hanno tempi comici perfetti, in un modo molto simile ma estremamente diverso. Di alcuni di questi preferisco anche la versione nature a quella dei personaggi che spesso interpretano. Talvolta ritrovo il mio stile sporco e mai affinato, quello stile che ho iniziato a sviluppare da bambino, quando con le ginocchia sulla sedia e i gomiti sul banco per sorreggere la testa, mi divertivo a commentare una dietro l’altra le parole della maestra. Mi piaceva l’eco della sgignazzata, il momento in cui qualcuno la capiva e suonavano le campane nella mia testa. Se guardo indietro nel tempo non riesco mai ad andare più lontano di quel flash a scuola, in fondo alla classe, dal lato delle finestre, un pomeriggio in cui tenevo il grembiule aperto probabilmente per l’imminente arrivo dell’estate. Di lì in avanti la colonna sonora della mia vita sarebbe stata proprio quella: fare battute, possibilmente freddure ironiche e sarcastiche, qualcosa che non tutti riuscissero a capire al primo colpo, quelle battute che ti rimangono nel tempo, scomode, dette al punto giusto ma, quasi sempre, in un momento poco opportuno. Questa è la comicità che mi piace, questa è la comicità che, esasperata all’ennesima potenza, ho ritrovato in LOL – chi ride è fuori.
E poi c’è Frank. Di lui ci sarebbe troppo da dire. Un personaggio senza via di mezzo, che ami o detesti. Credo che tra tutti i presenti in quella stanza e in quelle adiacenti sia il maggior catalizzatore di haters, persino superiore a Fedez. E lui, gli haters, li silenzia, proprio all’opposto di ciò che andrebbe fatto per la visibilità sui social. Ed è uno dei motivi per cui, per me, Frank Matano è superiore agli altri. Lui se ne fotte, ride, fa ridere, ma soprattutto si diverte. Frank esce dai canoni dei cinque sopracitati. Non ha un vero e proprio personaggio all’infuori di se stesso, ha una sensibilità accentuata, alterna i momenti comici a momenti di totale pazzia, di comportamenti talmente naturali che probabilmente riesce ad essere se stesso anche quando fa il deficiente. In questo non ha eguali, non c’è più una demarcazione tra attore e personaggio perché uno fa parte dell’altro e viceversa. E soprattutto, la grandezza di Frank sta nel riuscire ad entrare in qualsiasi situazione, a rendersi coprotagonista di qualcosa che non è suo, di improvvisare spesso meglio dello stesso attore che sta entrando nel proprio ruolo. E non mi stupisco della grande quantità di haters alle sue spalle: insomma, c’è gente che a malapena riesce a capire se sta leggendo una notizia vera da una fake, cosa vogliamo mai pretendere, che capisca le battute, che possa apprezzare qualcuno che si sta divertendo per qualcosa che lui non comprende? Impossibile. Frank è una via di mezzo tra la vecchia e la nuova scuola, non per studio, ma per abilità.
Poi ci sono gli ultimi 4 contendenti. Sono personaggi più freschi, con poca esperienza alle spalle, ognuno con la sua crew di tifosi al seguito soprattutto tra i più giovani. Ammetto l’ignoranza: Giraud e Ravenna non li conoscevo proprio, approfondirò, mentre Ciro e Fru sono attori perfetti, hanno tempi comici, hanno capacità di stare davanti alle telecamere come pochi altri, riempiono lo schermo ciascuno con le proprie caratteristiche, probabilmente risalta più Ciro, ma Fru ha qualcosa in più: è tutto scemo. Da loro mi aspetto molto, ma resto dell’idea che il livello di genialità sia ben lontano dagli altri. Forse sono io a non essere ancora pronto per le nuove leve, ad essere ancorato alla freddezza tipica dei primi cinque. Comunque poco importa: il mix è perfetto e, soprattutto, divertente. Finalmente aggiungerei.
Non lo nascondo: mi piacerebbe avere il loro pubblico. Mi arrovello nel cercare di capire quanto piacciano le mie freddure quotidiane. Certo, spesso quei cazzo di algoritmi ci mettono del loro, ma in realtà non sono mai contento. Aver già scritto le frasi dell’anno mi fa sentire impotente. Cioè, io oggi ho aggiunto alcune frasi per il calendario 2022 che poi, probabilmente, quel giorno non mi piaceranno più. È difficile rimandare la comicità, posticiparla, anticiparla, prevederla. Ci si prova, questo è certo. Un pezzo alla volta., sempre ad un ritmo in-differente.
Che poi una domanda mi frulla in testa: è davvero così importante chi vince?
Lol – chi ride è fuori, per me è sì.
Lorenzo C
In-differente
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