Il Principe palpava il culo a Biancaneve
Contro chi stiamo combattendo oggi?
Ognuno pare essersi creato un nemico da sconfiggere. Avere un nemico è sempre stimolante, non solo perché ci rende vivi spingendoci a creare un’offensiva per sconfiggerlo, ma anche perché ci distrae dai problemi reali della vita.
Il più grande di tutti fu Don Chisciotte che vedeva nemici da sconfiggere nei mulini a vento. Dalla fantasia di Cervantes a oggi sembra che il passo sia stato brevissimo, con il solo problema che siamo diventati tutti Don Chisciotte, chi più e chi meno, che abbiamo una sterminata valle di mulini a vento e vogliamo combatterli tutti.
I mulini, si sa, stanno immobili per loro stessa natura, piuttosto ruotano, unico movimento a loro concesso. Magicamente oggi scopriamo che persino Biancaneve è un mulino, è lì da quasi un secolo e nessuno, ma proprio nessuno, si era accorto che stesse subendo una sottospecie di violenza. Sì, il Principe mentre dà il bacio a Biancaneve, le palpa il culo. Non venitemi a dire che non ve ne eravate accorti, attenti come siete a qualsiasi minimo particolare che vi circonda: la mano destra del principe dov’è, cosa fa, cosa tocca? Crediamo davvero tutti alla favoletta che Biancaneve si fosse svegliata per via di un bacio senza nemmeno la lingua? No signore, no signori, il Principe è un porco, non giriamoci troppo intorno ma accettiamo la realtà dei fatti. Oggi, nel pieno di una pandemia mondiale, nella più totale crisi economica, nella grande disfatta psicosociale, abbiamo finalmente capito che la favola di Biancaneve è viziata, macchiata da un fatto inaccettabile.
Era il 1937, la strega cattiva aveva appena fatto del male a Biancaneve avvelenandola con una mela. Biancaneve era in una sottospecie di coma, ferma, immobile, nulla poteva ormai salvarla da quel sonno che pareva eterno. I bambini erano rapiti da quel lungometraggio animato, erano lì con gli occhi incollati agli schermi dell’epoca, s’impaurivano per la strega, speravano per Biancaneve, si commuovevano per il bacio (con palpata nascosta) del Principe. Bambini nati in un periodo di merda, che nemmeno potevano immaginarsi che di lì a poco sarebbero stati ragazzi, balilla, soldati di un esercito che doveva difendere la propria Patria, qualsiasi essa fosse. Bambini cresciuti in una società patriarcale nella quale, comunque, il bacio era sempre e solo un bacio. I genitori, quelli reduci da un’altra guerra, che speravano fosse l’unica che avrebbero vissuto, trovavano in quel cartone animato un momento di spensieratezza, di pace, un diversivo per i propri figli.
Era il 1987, quei bambini, quelli rimasti ovviamente, erano già tutti in pensione, o quasi tutti. In quel periodo spopolavano i VHS, le videocassette, e tutti in casa avevano almeno un film Disney da rispolverare all’occorrenza, da mostrare a figli o nipoti. E Biancaneve era per tutti il simbolo della rinascita, di un bacio che salvava una donna avvelenata dalla mela di una strega.
E a guardar bene, i ruoli erano veramente delineati alla perfezione: la protagonista è Biancaneve, buona, candida come suggerisce il nome, l’antagonista è la regina Grimilde che diventa strega, che nel medioevo sarebbe stata pure messa al rogo, brutta, metteva paura al solo sguardo, l’eroe è il Principe, l’uomo bello e impavido, pulito e ordinato, con un outfit poco macho, pronto a salvare la sua bella con un bacio. Sì, c’erano tutti i cliché della prima metà del Novecento, dove la donna stava in casa, l’uomo era quello forte, l’amore vinceva su tutto, i Nani lavoravano, eccetera. Nessuno nel 1987 badava a questo, anche se i tempi erano cambiati, anche se il sessantotto aveva cambiato il ruolo della donna, c’era un malessere detto sottovoce nel guardare qualcosa creato con la testa e le idee di cinquant’anni prima, ma era il pretesto per la spiegazione, non per puntare il dito. Tempi diversi, ruoli diversi, libertà diverse, eppure non servivano i mulini a vento, non serviva il nemico per forza, servivano madri forti e spalle larghe per far vedere a tutti che le donne ce la facevano da sole, e così è stato.
In un battito di ciglia è il 2021, è un periodo veramente pessimo per il mondo, probabilmente il peggiore dalla Seconda Guerra Mondiale in poi per i Paesi più sviluppati, per i cosiddetti ricchi, quelli che pareva avessero tutto sotto controllo. Tutto un cazzo. Siamo nel periodo storico in cui si cerca il pelo nell’uovo e di uova ce ne sono tante, in cui ognuno ha quella battaglia paradossale da combattere e quando qualcuno attacca, tutti gli vanno dietro. Siamo molto veloci a giudicare un articolo dal titolo, una persona dalla maglia che indossa, e riprendiamo in mano opere del passato per trovarci il difetto, senza capire che i difettati siamo noi. Fu Via col Vento un anno fa, è Biancaneve oggi. La voglia di non dover spiegare a nessuno che una volta le cose erano diverse, non concentrarci mai sulle conquiste ottenute, su quanto il mondo sia cambiato o stia cambiando o ci stia provando, e se non tutto almeno parte di esso. Ce l’abbiamo con una scena di schiavismo per inneggiare alla libertà, ma ci lamentiamo se ci vietano la circolazione delle auto che inquinano, figlie del tempo che fu. Il progresso solo dove ci va a genio, comunque previa censura degli errori. Prendiamo i Diesel e bruciamoli, anzi aspettiamo che si biodegradino, mandiamoli su Marte, il signor Harry Ford fu la rovina del pianeta, Greta lo sta salvando. Di cosa stiamo parlando? Di tutto e di niente, accettiamo lo squallore senza dar credito alla scienza, ma non sappiamo nemmeno far la fila alle Poste. Ogni invenzione, ogni scritto, ogni opera, sono figli del tempo in cui nascono, poi diventano subito vecchi, alcuni sono capolavori, alcuni sono da eliminare. Il pisello del David di Michelangelo prima o poi verrà coperto con un bollino di marmo perché un idiota, passandoci davanti, s’indignerà, e migliaia di altri idioti gli andranno dietro.
Ho divagato? Forse, ma non è un divagare anche sostenere che il bacio dato a Biancaneve sia una sorta di violenza perché non era acconsenziente? Non sarebbe ancora più divertente se facessimo illazioni sulla mano del Principe?
Eppure è proprio così, in tutto questo marasma di maschilismo, di finzione, di banalità di un film vecchio come i nonni più fragili che stiamo proteggendo dal Virus, l’occhio cade sul bacio del Principe a Biancaneve, probabilmente l’unico momento del film che non poteva destare dubbio alcuno. Il nostro mulino a vento, fermo lì da 84 anni, diventa un mostro che vuol far del male a noi Don Chisciotte di oggi, noi che siamo pronti a cavalcare il nostro Ronzinante e con la lancia in mano sfidiamo avversità vere o presunte. Il primo bacio di tanti di noi non è stato ricambiato, è stato un fallimento, un fraintendimento, il mondo continua nonostante baci dati e non corrisposti, amicizie finite, e continua anche perché qualcuno ha avuto il coraggio di dare quel bacio, di provarci, di vincere. Ma nella stessa pentola siamo capaci di metterci anche i baci non chiesti, quelli presi con la forza, le violenze, gli stupri. Siamo intrisi di una stupidità tale che ci porta a non comprendere nemmeno la differenza tra due cose così diverse.
La chiudo qui, dopo aver affrontato un campo minato di argomenti (il campo minato è figurativo, sia chiaro), dopo aver scosso chi ha letto con superficialità. Eccomi qui a lasciar tutti con un dubbio e una provocazione: non è che ci fanno guardare il bacio per evitare che lo sguardo si fermi su una mela avvelenata dal 5G in un periodo in cui ci inoculano un vaccino travestito da mela? E quale differenza corre tra inoculare e inculare?
In-differente
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